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La Radio vista da me

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Radio1-GR. La mia visione della testata in una infografica elaborata del 2014. Nella parte inferiore della mappa denominata DOWN è rappresentata lo stato attuale della Radio pubblica, nella parte superiore denominata UP sono immaginate le possibilità evolutive. Il gioco è Indovina cos’è il “fattore M”.

Oltre l’infografica. Una domanda e una risposta.

Qual è la soluzione ai problemi dell’informazione e della Radio?

La soluzione al problema dell’informazione è nella sua radice di SERVIZIO PUBBLICO.
Il peccato originale è nella rinuncia alla missione statutaria. Fuori dal SERVIZIO PUBBLICO non c’è salvezza e non c’è piacere.
Fare Servizio Pubblico, non è una formula astratta, significa produrre conoscenza e pensiero, aiutare a fare chiarezza, accompagnare la crescita culturale e sociale del Paese. Tutte cose che vanno ben oltre la vuota formula delle All News.
I nostri microfoni sono tecnicamente aperti ma restano chiusi negli studi, nelle redazioni ripiegate sui desk che battono i lanci di Agenzie.
Per frenare la fuga degli ascoltatori occorre ritrovare la vocazione al Servizio Pubblico, spingere i microfoni per strada, fra le donne e gli uomini che portano avanti l’Italia, fra i piccoli imprenditori che rischiano, gli artigiani che resistono, gli operai che cambiano pelle.
I nostri microfoni devono recuperare il filo del racconto, devono accendersi dov’è la sofferenza, dove sono le eccellenze, dov’è il dolore e dov’è la speranza. Devono entrare nelle scuole, nelle aule universitarie a raccogliere sospiri di speranza e visioni di futuro.

È urgente che i nostri microfoni riscoprano la potenza di essere piccoli, così piccoli da arrivare dove le telecamere non possono entrare. Microfoni così piccoli da entrare nelle valige dei giovani che stanno per partire; nella mente di quelli che hanno un’idea da realizzare. Spazio alle inchieste e agli approfondimenti per spiegare i cambiamenti, indicare una via, accendere una luce. E invece lasciamo tutti nella nebbia se non proprio al buio. Torniamo ad accendere luci e microfoni.
Ricominciamo dal basso, ricominciamo dal racconto della realtà. Siamo in tanti capaci di farlo. Nei nostri archivi ci sono le prove! Nessuno può dire che non sappiamo come e cosa si deve fare per recuperare la dignità custodita del nostro ruolo di Servizio Pubblico. E soprattutto, nessuno dica che non abbiamo voglia di farlo! Perché non lo facciamo più? La risposta la conosce anche Lei. Quella dei microfoni spariti, insieme ai suoi professionisti, è una storia fin troppo nota. Ci sono colleghi espulsi dal tessuto produttivo, altri messi ai margini, altri quotidianamente ostacolati. Il risultato è il rafforzamento di un sistema di potere ad uso privato, i cui utilizzatori finali hanno nome e cognome. Li leggeremo ancora ma non vogliamo leggerli più nelle pieghe del nostro palinsesto.

Le chiedo scusa, avrei saputo essere più sintetica, ma volevo che oltre i fatti – che Lei conosce già – emergessero gli umori e le possibilità, di tanti.
(tratto da una lettera ad un dirigente)
 

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