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La Radio

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2.4

Radio1-GR. La mia visione della testata in una infografica elaborata del 2014. Nella parte inferiore della mappa denominata DOWN è rappresentata lo stato attuale della Radio pubblica, nella parte superiore denominata UP sono immaginate le possibilità evolutive. Il gioco è Indovina cos’è il “fattore M”.

Oltre l’infografica. Una domanda e una risposta.

Qual è la soluzione ai problemi dell’informazione e della Radio?

La soluzione al problema dell’informazione è nella sua radice di SERVIZIO PUBBLICO.
Il peccato originale è nella rinuncia alla missione statutaria. Fuori dal SERVIZIO PUBBLICO non c’è salvezza e non c’è piacere.
Fare Servizio Pubblico, non è una formula astratta, significa produrre conoscenza e pensiero, aiutare a fare chiarezza, accompagnare la crescita culturale e sociale del Paese. Tutte cose che vanno ben oltre la vuota formula delle All News.
I nostri microfoni sono tecnicamente aperti ma restano chiusi negli studi, nelle redazioni ripiegate sui desk che battono i lanci di Agenzie.
Per frenare la fuga degli ascoltatori occorre ritrovare la vocazione al Servizio Pubblico, spingere i microfoni per strada, fra le donne e gli uomini che portano avanti l’Italia, fra i piccoli imprenditori che rischiano, gli artigiani che resistono, gli operai che cambiano pelle.
I nostri microfoni devono recuperare il filo del racconto, devono accendersi dov’è la sofferenza, dove sono le eccellenze, dov’è il dolore e dov’è la speranza. Devono entrare nelle scuole, nelle aule universitarie a raccogliere sospiri di speranza e visioni di futuro.
E’ urgente che i nostri microfoni riscoprano la potenza di essere piccoli, così piccoli da arrivare dove le telecamere non possono entrare.Microfoni così piccoli da entrare nelle valige dei giovani che stanno per partire; nella mente di quelli che hanno un’idea da realizzare. Spazio alle inchieste e agli approfondimenti per spiegare i cambiamenti, indicare una via, accendere una luce. E invece lasciamo tutti nella nebbia se non proprio al buio. Torniamo ad accendere luci e microfoni.
Ricominciamo dal basso, ricominciamo dal racconto della realtà. Siamo in tanti capaci di farlo. Nei nostri archivi ci sono le prove! Nessuno può dire che non sappiamo come e cosa si deve fare per recuperare la dignità custodita del nostro ruolo di Servizio Pubblico. E soprattutto, nessuno dica che non abbiamo voglia di farlo! Perché non lo facciamo più? La risposta la conosce anche Lei. Quella dei microfoni spariti, insieme ai suoi professionisti, è una storia fin troppo nota. Ci sono colleghi espulsi dal tessuto produttivo, altri messi ai margini, altri quotidianamente ostacolati. Il risultato è il rafforzamento di un sistema di potere ad uso privato, i cui utilizzatori finali hanno nome e cognome. Li leggeremo ancora ma non vogliamo leggerli più nelle pieghe del nostro palinsesto.

Le chiedo scusa, avrei saputo essere più sintetica, ma volevo che oltre i fatti – che Lei conosce già – emergessero gli umori e le possibilità, di tanti.
(tratto da una lettera ad un dirigente)

 
Le chiedo scusa, avrei saputo essere più sintetica, ma volevo che oltre i fatti – che Lei conosce già – emergessero gli umori e le possibilità, di tanti. 
(tratto da una lettera ad un dirigente)

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